Il Centro Analisi Biomediche di Taormina aderisce allo sciopero della sanità territoriale siciliana
A partire da giorno 21 febbraio, per quattro giorni, il Centro analisi Biomediche di Taormina non erogherà prestazioni per il servizio sanitario pubblico. Lo sciopero della sanità territoriale siciliana terminerà venerdì 24 febbraio con una manifestazione a Palermo davanti la sede dell’assessorato regionale alla Salute.
La pandemia di Covid-19 ne ha dato la dimostrazione: le strutture sanitarie accreditate sono state fondamentali nel gestire il numero elevato di tamponi ed esami ambulatoriali che la sanità pubblica in emergenza non poteva soddisfare. Su 60 milioni di prestazioni sanitarie erogate dal Sistema Sanitario Regionale la specialistica accreditata esterna ne eroga 42 milioni, il 75%, potendo contare su un budget esiguo che non è sufficiente a coprire le prestazioni.
Eppure, nella finanziaria appena approvata i fondi messi a disposizione per i privati accreditati sono ancora meno degli anni passati, ritornando ai livelli pre-pandemia.
Vogliamo spiegare alla nostra utenza che i privati convenzionati erogano prestazioni che non sono disponibili nel settore pubblico o che prevedono nel pubblico lunghissime liste d’attesa per essere effettuate. Ovviamente nel caso di esami importanti, in cui le tempistiche sono fondamentali, spesso i cittadini sono costretti a rivolgersi al privato, che fino a quando ha il budget fornito dalla regione può erogare i servizi senza costi per il cittadino, ma quando i fondi finiscono il paziente deve pagare le prestazioni oppure attendere i tempi, spesso biblici, del pubblico. Motivo per il quale circa un milione di siciliani non si cura più e andranno a gravare maggiormente sulle casse del Sistema Sanitario Nazionale, perché è risaputo che costa molto di più curare un malato grave, che trattare una patologia in tempo.
Tutte le strutture private accreditate, però, ormai finiscono i soldi a metà anno, per cui erogano prestazioni extra-budget che prima venivano rimborsate dalla regione, ma adesso è stata introdotta una clausola nel nuovo contratto secondo cui se le strutture private accreditate non possono più effettuare prestazioni extra-budget, non solo non saranno remunerate, ma la struttura che le eroga rischierà di vedersi togliere la convenzione. Oltre il danno la beffa.
La Regione Siciliana ci ha obbligato ad incrociare le braccia.
Se da un lato ci rammarichiamo a constatare che strutture convenzionate non vengono realmente considerate parte integrante del Sistema Sanitario Regionale, dall’altro ci dispiace non riuscire ad essere al fianco dei nostri pazienti nell’affrontare le loro battaglie attraverso la sanità pubblica. Non ci riferiamo solo a chi deve pagarsi un controllo della glicemia da pochi euro, ma soprattutto a chi ha bisogno di esami più dispendiosi e anche per un semplice prelievo deve mettersi in lista d’attesa in ospedale.