Test Covid-19 con Maglumi. La tecnologia già adottata dal Cab adesso in uso all’Asp
Apprendiamo dalla stampa dell’avvenuta implementazione, presso l’Asp di Messina, del macchinario Maglumi con il quale verranno eseguiti gli esami sierologici atti a fornire informazioni importanti sullo stato immunitario del paziente relativamente all’avvenuta o sospetta infezione da Covid-19.
Con un pizzico di orgoglio ricordiamo che questa tecnologia era già in uso dal 12 marzo scorso dal Centro Analisi Biomediche e, anche se perfettamente in regola con tutte le discipline vigenti, per non generare confusione nell’utenza, il 20 marzo scorso, il Cab ha deciso di sospendere il test sul coronavirus. Una decisione presa a seguito dell’ordinanza del presidente della regione Siciliana Musumeci che vietava ai laboratori privati l’esecuzione dei test per il Coronavirus in attesa di «un apposito avviso pubblico per il coinvolgimento di laboratori accreditati che dispongano di attrezzature adeguate, alta professionalità e che garantiscano la conformità ai protocolli dei laboratori pubblici regionali di riferimento».
Il Maglumi utilizza la tecnica della chemiluminescenza, che rileva gli anticorpi IgG e IgM, e fornisce una attendibilità molto elevata pari al 98%. Al momento si tratta dei test diagnostici più attendibili ad aver ottenuto la marcatura CE-IVD.
L’importanza della diagnostica da laboratorio nella pandemia da Covid-19 è emersa con maggiore forza nel momento in cui si è avuta la certezza che soggetti asintomatici, o con il virus ancora in fase di incubazione, possono essere veicolo di diffusione del contagio da coronavirus. E adesso gioca un ruolo ancora più importante nel mappare il livello di diffusione del virus nel Paese per pianificare le prossime riaperture e il lento ritorno alla normalità.
Il test sierologico viene utilizzato per rilevare la presenza degli anticorpi IgG e IgM che accertino l’avvenuto contatto con il virus (contagio) e la successiva risposta anticorpale (immunizzazione).
Dunque, i test sierologici possono essere utilizzati per tracciare cluster di soggetti contagiosi, identificare positività al di fuori della fascia temporale di positività del test molecolare (diagnosi retrospettiva, monitorare pazienti in via di guarigione, accertare una eventuale seconda ondata della pandemia. Perché come sottolinea l’Organizzazione mondiale della sanità, in un documento appena pubblicato, che non ci sono, al momento, prove scientifiche che garantiscano che le persone guarite da Covid-19 abbiano anticorpi in grado di proteggere da una seconda infezione.