I test di laboratorio sono un pilastro fondamentale per contrastare il coronavirus, non è un caso che la strategia delle “3 T” (Test, tracing and treat) inizi proprio con la capacità di individuare chi è positivo al virus. Se allo scoppio della pandemia l’unico esame a disposizione era il tampone, oggi sono disponibili diversi sistemi più veloci per verificare l’eventuale positività al Covid-19. Ecco, quindi, una guida completa a tutti i test esistenti per potersi orientare al meglio.
Test molecolari
Il tampone, termine che abbiamo imparato in questi mesi di pandemia, appartiene a quella serie di indagini diagnostiche noti anche con il nome di “test molecolari”. È l’esame principale e il più affidabile per diagnosticare la presenza del virus nell’organismo e quindi a scoprire se c’è un’infezione in corso. Il test si fonda sulla ricerca dei frammenti del materiale genetico di cui è composto il virus. Con un lungo bastoncino simile ad un cotton fioc viene prelevato un campione delle vie respiratorie del paziente, preferibilmente dalla mucosa naso-faringea. Questo campione viene quindi analizzato attraverso metodi molecolari di real-time RT-PCR (dall’inglese “Reverse Transcription – Polymerase Chain Reaction”, reazione a catena della polimerasi inversa) per l’amplificazione dei geni virali maggiormente espressi durante l’infezione. L’analisi può essere effettuata solo in laboratori altamente specializzati, come questo laboratorio di analisi, e formalmente individuati dalle autorità sanitarie, e richiede in media dalle due alle sei ore dal momento in cui il campione viene avviato alla processazione in laboratorio.
Test antigenici
Mentre per quelli molecolari si ricerca il materiale genetico del virus, i test antigenici ricercano la presenza di proteine virali in grado di legarsi ad anticorpi. La positività o meno è come una sorta di segnale on-off. Le modalità di raccolta del campione sono del tutto analoghe a quelle dei test molecolari, con tampone naso-faringeo, i tempi di risposta sono molto brevi (circa 15 minuti), ma l’affidabilità di questi test sono inferiori a quelli molecolari, quindi le diagnosi di positività ottenute con questo test devono essere confermate da un secondo tampone molecolare. Questo “tampone rapido”, è stato recentemente introdotto per testare con rapidità molti soggetti, come screening negli aeroporti e nelle scuole, dove è importante avere una risposta in tempi rapidi.
Test sierologici
I test sierologici rilevano la presenza nel sangue degli anticorpi specifici per il coronavirus. L’eventuale loro presenza significa essere entrati in contatto con il virus. Sono essenzialmente di due tipi:
- Test rapido o qualitativo (tipologia C): con una goccia di sangue, ottenuta con un prelievo capillare, si stabilisce se la persona ha prodotto anticorpi e quindi è entrata in contatto con il virus. Il risultato viene fornito nell’arco di 20 minuti.
- Test quantitativo (tipologia A e B): con un prelievo venoso si dosano in maniera specifica le quantità di anticorpi IgG e IgM prodotti. La tecnica utilizzata è quella della chemiluminescenza, che rileva gli anticorpi IgG e IgM, i primi a comparire in risposta a un’infezione, e fornisce un’attendibilità molto elevata pari al 98%. Le immunoglobuline i IgG e IgM raccontano la storia dell’infezione: se gli anticorpi IgM sono positivi l’infezione è recente, mentre se gli anticorpi IgM sono negativi e gli anticorpi IgG sono positivi, l’infezione c’è stata ma è passata.
I test sierologici non sono in grado di dire se il paziente ha l’infezione da Covid-19 in atto, ma soltanto se è entrato o meno in contatto con il virus. Quando ci infettiamo il nostro organismo impiega alcuni giorni prima di produrre gli anticorpi specifici, che poi rimangono in circolazione per parecchio tempo dopo che l’infezione è stata superata ed il virus eliminato. Una persona positiva al test sierologico potrebbe quindi non avere più una infezione in corso, e viceversa un risultato negativo del test sierologico non esclude che la persona sia positiva al virus perché si è infettata da poco. Il test sierologico non ha pertanto valore diagnostico, se non in determinati casi, nei quali va associata la valutazione della sintomatologia e del decorso clinico del singolo paziente. La ricerca degli anticorpi specifici effettuata con i test sierologici è invece estremamente utile negli studi epidemiologici, per la valutazione della reale circolazione di un virus nella popolazione dopo un evento epidemico.
Test salivari
Recentemente sono stati proposti sul mercato test che utilizzano come campione da analizzare la saliva. Il prelievo di saliva è più semplice e meno invasivo rispetto al tampone naso-faringeo o al prelievo di sangue, quindi questa tipologia di test potrebbe risultare utile per lo screening di grandi numeri di persone. Come per i tamponi, anche per i test salivari esistono test di tipo molecolare (che rilevano cioè la presenza nel campione dell’Rna del virus) e di tipo antigenico (che rilevano nel campione le proteine virali).
- Il test salivare molecolare utilizza i sistemi correntemente utilizzati per i tamponi naso-faringei. Questa procedura è però complessa: riesce infatti ad effettuare solo 8 campioni per volta, con tempi di analisi dei campioni di circa un’ora. Pertanto il suo utilizzo è indicato soltanto in casi particolari, come per esempio la conferma urgente di positività riscontrate nel corso di test antigenici. In genere la saliva non si presta bene all’utilizzo con le apparecchiature di laboratorio altamente automatizzate che si usano per processare elevati volumi di campioni molecolari, perché essa ha densità variabile e creerebbe problemi ai sistemi di pescaggio ad alta automazione.
- Il test salivare antigenico prevede due soluzioni testate dallo Spallanzani di Roma. La prima ha mostrato livelli di sensibilità simili a quelli dei tamponi antigenici rapidi, ma il test deve essere effettuato in laboratorio, quindi, a meno che non si attivino unità di laboratorio presso i punti dove viene effettuato il prelievo, non è utilizzabile in contesti di screening rapido. La seconda soluzione invece è a lettura visiva (la cosiddetta “saponetta”), non richiede strumentazione di laboratorio e dà i risultati in pochi minuti, ma applicato alla saliva (contesto diverso da quello per cui è certificato, cioè tampone), ai primi test effettuati sembrerebbe risultare meno performante rispetto al test molecolare standard.